martedì 28 aprile 2009

lunedì 27 aprile 2009

Mia bella signorina che ascolti lassù...

socchiudi gli occhi e sogna... socchiudi gli occhi e sogna...

mercoledì 22 aprile 2009

I miei 25 dischi

Sulla falsa riga del giochino di feisbuk dei 25 libri, faccio la lista dei 25 dischi.
Sempre e comunque e rigorosamente in ordine sparso:

  1. Jesus Christ Superstar - Lloyd & Webber (correzione: Rice e Webber... che errore da principiante...);
  2. Le nuvole - Fabrizio De Andrè (scelgo questo anche se...);
  3. Led Zeppelin IV - Led Zeppelin;
  4. In the court of the Crimson King - King Crimson;
  5. In-a-gadda-da-vida - Iron Butterfly;
  6. Terra mia - Pino Daniele;
  7. Due anni dopo - Francesco Guccini;
  8. Il dado - Daniele Silvestri;
  9. La verità sul tennis - Virginiana Miller;
  10. Original Musiquarium Vol. 1 - Stewie Wonder;
  11. Sgt. Pepper & the lonely heart club Band - The beatles;
  12. La donna cannone - Francesco de gregori;
  13. Lindbergh - Ivano Fossati;
  14. The dark side of the moon - Pink Floyd;
  15. Live in Central Park - Simon & Garfunkel;
  16. Jaco Pastorius - Jaco Pastorius;
  17. Domino Theory - Weather report;
  18. Beneath the Mask - Chick Corea Electric Band;
  19. Il Circo Mangione - Bandabardò;
  20. Tubular Bells II - Mike Oldfield;
  21. Curre curre Guagliò - 99 posse;
  22. In circolo - Perturbazione;
  23. Com'è profondo il mare - Lucio Dalla;
  24. Canzoni a manovella - Vinicio Capossela;
  25. Gentle Giant - The Gentle Giant

lunedì 20 aprile 2009

venerdì 17 aprile 2009

mercoledì 15 aprile 2009

Ottime strategie per illudersi di essere ancora in forma


Venerdì scorso, in un bellissimo locale romano, vittima del tasso alcoolico, mi rendo conto di una cosa. Mi rendo conto che forse, tutto sommato, sono stato un po' troppo precipitoso a dargliela su con la voglia di scrivere e che merito una seconda chanche. Che in fondo 10 anni di tentativi sono stati un periodo troppo breve per poter mollare. E che bisogna insistere proprio adesso che il motore è caldo, oliato e rombante.
E che con il cappello e i capelli corti sono un figo della madonna.

Ero con Manuel e Andrea e si parlava con una ragazza inciampata per caso nelle nostre divagazioni sulla vita l'universo e tutto quanto quando lei, ad un certo punto della discussione, usa la frase che io per anni ho usato come strategia per attaccare bottone: lei fa: «Sai... io ho scritto un libro».
Che poi questa ragazza qui, un libro, l'ha scritto davvero... nel senso che lo vendono nei negozi di libri. E che non stava lì a spararsi le pose così tanto per fare. Da come parlava sembrava veramente convinta, o maledettamente filtrata dal vino.
E mi ha colpito la testardaggine con cui, ostinata ad apparire in una libreria a tutti i costi, abbia fatto suo il meccanismo becero di pubblicizzazione di un autore in Itaglia assorbendolo, integrandocisi sentendosi a proprio agio e nonostante tutto, giu-sti-fi-car-lo.

Mo vomito, ho pensato. Proprio qui, su questo tavolino bohemien.

Stasera sono andato a giocare a calcetto.
Il calcetto è una di quelle cose che se le fai da piccolo, e ci cresci, diventi bravo e impari a prevedere l'avversario, a giocare di anticipo, a fare passaggi precisi e potenti, e se il tuo avversario è distratto... ecco che gli hai gonfiato la rete, e ti rimane pure la forza di dire Ohhhh battendo le mani asincronicamente alla eco del pallone che avvolge il campo di gioco. Palla al centro, e via: nuova azione, intervento sull'uomo, alzi lo sguardo, effettui il passaggio e se la sfera di cuoio viene intercettata dall'avversario fai partire una virile bestemmia, e ti rimetti in gioco.
Io da piccolo non ho mai giocato a calcetto. Mi ha sempre fatto schifo perché sono sempre stato negato a calcio. Ero il classico bimbo che non veniva mai scelto durante la creazione delle squadre, e che faceva disperare i compagni di squadra perché sbagliava tutto quello che c'era da sbagliare. Non avevo agilità, non avevo riflessi idonei al giuoco del calcio, e non sapevo nemmeno portare avanti la palla, smarcare e cazzo ne so che altro c'è da fare in campo. Insomma: ero quello che si definiva pippa scannata.
Da un paio di mesi abbondanti, il mercoledì sera, con un appuntamento con alti ragazzi conosciuti su www.bizoona.org (piccolo spazio pubblicità) vado a sgambettare e a sudare attorno ad una palla.
Inutile dire che il livello dei miei compagni di squadra e degli avversari è 10 spanne, forse 100, sopra il mio (che è comunque rimasto bassissimo) ma mi impegno. Gioco, sudo, miglioro, mi diverto, e a volte, riesco anche a segnare. Avanti e indietro per il campo con poche pause. E grazie alla mia dote innata (sviluppata dopo l'adolescenza) di rubare con gli occhi da chi mi sta intorno, sto imparando a giocare a calcetto, come non ho fatto da piccolo. E ora giocare a calcetto mi diverte, e torno a casa tutto sudato e racconto a Silvia di come sia stata combattuta la partita e di come, nel mio piccolino, abbia dato filo da torcere a chi capitava sulla fascia sinistra.

Tutto questo per dire.
Tutto questo per dire che è giusto illudersi di essere uno scrittore. Come è giusto illudersi di essere un giocatore di calcetto degno di far parte di qualsiasi squadra. E che se sono riuscito a farmi piacere e a trarre giovamento da una delle cose che più ho odiato (e dentro di me continuo ad odiare) perché devo mollare una delle mie più grandi passioni?
Allora oggi, in preda ad un attacco di sano ed egotista egocentrismo ho deciso che è ora di rimettere mano a dei vecchi appunti per delle storie che non ho più deciso di portare a termine. Di mettermi a tavolino e a cercare di dedicare del tempo, poco ma costante, alla scrittura, e di attendere.
Pensando proprio di riuscire un giorno a sfoggiare la mia frase preferita per attaccare bottone con le persone, e per pavoneggiarmi con il mio aspetto bohemien mentre sorseggio un freddo bicchiere di Chardonnay mentre intorno a me si sente Ohhhh. Sono sensazioni che non hanno pari.
Stay tuned.

lunedì 6 aprile 2009

E siamo a quota cinque...


E' lunedì, finisco di lavorare, vado a comprare due cazzatine alla coop per assicurarmi la cena (anche alla controparte femminile), mi metto i pantaloncini corti, le cuffie con un po' di mp3 random e vado a fare una sgambettata approfittando del bel tempo e della luce.

Sgambetto sgambetto, e dopo un po' che sclero pensando ma chi me l'ha fatto fare, a ritmo di Dente, vedo un ragazzo con un cane. Lo vedo da lontano, lo fisso, incrociamo gli sguardi e niente... ci riconosciamo. Non ho potuto fare a meno di fermarmi: un altro mentanese a Bologna...
Lui era in compagnia della sua compagna e del suo cane, e in 5 minuti ci siamo messi a parlare, visto che tra l'altro a Mentana non è che avessi mai parlato...
Lui è qui dal 2000, abita all'arcoveggio e subito ci siam messi a discorrere di quanto non torneremmo mai indietro nella scelta comune di andar via da lu paesello. Di quanto quello felsineo sia uno stile di vita decisamente superiore rispetto alla vita romana and so on...

Tra l'altro, gli ho appena chiesto l'amicizia su feisbuk.
Tra l'altro, scopro or ora che sempre su feisbuk c'è un gruppo Mentanesi a Bologna (a cui ovviamente mi guardo bene dall'iscrivermi!!!) con un solo iscritto (mitico!!!).

E con lui, siamo a quota 5 mentanesi a Bologna... troppi. Forse è il caso di andare altrove.

(chi indovina il perché della foto del post vince 5 commenti gratis)

sabato 4 aprile 2009

I miei 25 libri

dai giochini di feisbuk:
«Pensate a 25 libri che hanno avuto un così profondo effetto su di voi da cambiare la vostra vita o il modo nel quale guardate ad essa. Vi hanno trascinato a fondo e rapito per giorni, settimane, mesi, anni. Sono i libri che potete usare per identificare tempi, luoghi, persone, emozioni. [...]».

Rigorosamente in ordine sparso:
  1. Il giornalino di Giamburrasca - Vamba;
  2. Gip nel televisore - Rodari;
  3. Jack Frusciante è uscito dal gruppo - Enrico Brizzi;
  4. Nessuno uscirà vivo da qui (biografia su Jim Morrison);
  5. Poesie - Pablo Neruda;
  6. Il capitale - Marx & Engels;
  7. La bibbia - AAVV;
  8. On the road - Jack Kerouach;
  9. Cosa ci faccio qui? - Bruce Chatwin;
  10. Narciso e Boccadoro - Herman Hesse;
  11. Due di due - Andrea de Carlo;
  12. Elianto - Stefano Benni;
  13. Le streghe - Roald Dahl;
  14. Il piccolo principe - Antoine de Saint-Exupéry;
  15. Il principe felice - Oscar Wilde;
  16. la Divina Commedia - Dante Alighieri;
  17. Il nome della rosa - Umberto eco;
  18. Il signore degli anelli - Tolkien;
  19. EGB - eterna ghirlanda brillante - Egbert B. Gebstadter;
  20. Manuale di Visual Basic 6 - AAVV;
  21. Harry Potter e la petra filosofale - J. K. Rowling;
  22. Jaco nella Balena - Daniele Iuppariello;
  23. Il fu Mattia Pascal - Luigi Pirandello;
  24. Il compagno - Cesare Pavese;
  25. Il paradiso degli orchi - Daniel Pennac.

giovedì 2 aprile 2009

L'eterna lotta tra i forti e i deboli

A volte, quando non so a cosa pensare, mi vengono in mente cose strane.

A volte penso ai film che ho visto. E faccio dei confronti.
Mi è capitato spesso di vedere film, ambientati negli anni della seconda guerra mondiale, in cui ci sono i nazisti che opprimono gli ebrei.
Uccidendoli, deridendoli, torturandoli, schiavizzandoli, umiliandoli e chi più ne ha più ne metta.

A volte mi capita di pensare "Ma se io fossi stato l'ebreo della situazione... come mi sarei comportato?"

Mettiamo l'ipotesi: sono un ebreo che viene rinchiuso in un campo di concentramento. Ho perso sotto tutti i punti di vista, non senza aver lottato, ovviamente. Ma niente... i nazisti sono stati più forti e sono riusciti a togliermi tutto, la famiglia, il lavoro, il rispetto. Perché dovrei stare lì a subire tutto per poi vivere perennemente con l'angoscia di quei momenti?
Io penso così: sarei andato davanti ad un nazista qualsiasi dotato di armi, tanto sono completamente inoffensivo ed indifeso. L'avrei guardato in faccia, gli avrei detto qualcosa tipo cazzo guardi? stronzo, e poi avrei aspettato fieramente la pistolettata in fronte.
Ecco, credo che potrebbero portarmi via tutto, ma la dignità e la fierezza non riuscirei a barattarla nemmeno con la vita.

Pensieri macabri. Senza voler ledere la sensibilità di nessuno. Però ogni tanto faccio pensieri del genere.