lunedì 19 gennaio 2009

Il sottile collegamento tra il diventare produttivo per il movimento e il vaffanculo


Quando ero giovane e bello (citazione necessaria) più o meno come internet, insieme ad una persona scoppiata (nel senso buono) ci venne naturalmente l'idea di creare una web radio da ascoltare in streaming accessibile anche alle care vecchie (ma quanto mai ancora attuali) linee analogiche.

Ebbene sì, sto parlando di Radio Dapatas che, tra alti e bassi, mi ha visto nel suo staff.
E il lunedì sera, più o meno regolarmente dalle 22:00 in poi, trasmettevo dal computer di casa di Mentana con un microfono scassato in bocca e la voce sussurrata per non svegliare i familiari che dormivano musica e voce nell'etere digitale della rete, verso orecchie dei manzoniani 25 lettori (in realtà erano di meno) affezionati alle nostre iniziative e ai nostri esperimenti.

Avevo questa trasmissione che si intitolava "Coriandoli di Patate" in cui la sigla di chiusura era il discorsetto che Pentothal (ma in realtà Santamaria) si sente fare in faccia con tutta la fiatella aggressiva del caso dal compagno rivoluzionario che trova un grosso insulto il commento uscito dalla sua bocca.

Di quel monologo mi ha sempre affascinato la frase: o diventi produttivo (per il movimento), oppure vaffanculo.
Ecco... diciamo che politicamente io adesso mi ritrovo esattamente in quel mezzo. Tra l'essere produttivo e il vaffanculo.
Vorrei tanto essere comunista, ma come esserlo se Ferrero (anche se a volte dice cose sensate) non mi piace?
Come posso sentirmi rappresentato da una persona (tipo Luxuria) di cui al di là della sensibilità per i diritti umani non condivido il lavoro (e mi riferisco ai vari rialiti sciò) che fa?
Come posso appoggiare Sansonetti se non ho mai letto Liberazione?
Come posso credere in Vendola se non approvo il fatto che sia molto vicino alla chiesa?
Come posso stimare Bertinotti se a conti fatti è stato il personaggio più presente nel salotto di Vespa?
Come posso aderire ad un movimento politico quando di fatto (non solo a livello nazionale, ma anche locale) non esiste?
(...and so on...)

Mi sento molto emarginato, molto lasciato a me stesso, come se porre innanzitutto la coerenza e la dignità in tutte le scelte fosse un aggravante e non un premio (ovviamente qui non si parla di renumerazione economica, quanto morale).
Ed ovviamente non posso neanche celarmi dietro la frase tana-libera-tutti sono un artista perché io e l'arte siamo associabili come un pesce ed una bicicletta.
Dalla mia parte ho una persona che mi ama per come sono e che quando mi sente fare questi discorsi mi accarezza, mi da un bacio, una coccolina... e poi basta, tanto non è una questione che si risolve semplicemente facendo autocritica, perché in questi casi l'autocritica non è mai costruttiva, ma tende ad essere pleonastica... e quindi non porta ad un cazzo.

Per la cronaca... dopo due anni di staff nella radio ho preso la decisione di tirarmi fuori e da allora, tranne rari episodi sporadici non mi sono mai più interessato a quella che era già nata e che è poi diventata, sia con me che senza di me, una delle migliori radio in streaming che la storia di internet targata italia, abbia mai avuto la fortuna di vedere.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Uff, devo aver avuto qualche problema col feed, sono rimasto indietrissimo con questo blog!

Venendo al post. Coriandoli di patate: io c'ero (raramente ma c'ero). E devo dire che ci sapevi fare!

Crisi di identità politica: io ci sono. E con noi molti altri mi sa...

OsteLinus ha detto...

@_dave_: io invece ti leggo tutti i giorni, tiè. :)
cmq la crisi di identità politica è uno dei tanti tormentoni che mi affligge che mi identifica tristemente come vittima del mio tempo...