mercoledì 1 ottobre 2008

C'era una volta l'ispirazione

Siamo ad Ottobre del 2008, e se non ricordo male, 10 anni fa credevo di essere uno scrittore.
Tutto cominciò con una ragazza che mi lasciò, e io, invece di andare in depressione o darmi alle droghe, sentii il bisogno di scrivere un racconto che parlasse di questo.
Poi è successo che il racconto diventò una storia. Dopo circa 6/7 mesi avevo pronto un romanzo di circa 160 pagine.

Tutto avvenne quasi automaticamente: trovavo catartico riversare su tastiera le mie angosce adolescenziali, e divertente, rileggendo, quello che scrivevo.
Però non volevo che il libro fosse su di me, anche se conteneva molto di me. Così cambiai il nome al protagonista, e aggiunsi un paio di dettagli per renderlo più interessante e funzionali alla storia; creai uno sfondo ipotetico e non molto diverso a quello che vivevo all'epoca; dei personaggi minori, una specie di punto di partenza ed uno di arrivo. Dopo circa 6/7 mesi avevo pronto un romanzo di circa 160 pagine.
Tentai anche di mandarlo a qualche casa editrice, ma non ne ho mai trovata una interessata a sponsorizzare la stampa e la distribuzione. Tutti proponevano un finanziamento per la stampa di mettiamo 1000 copie e la distribuzione, e dopo un anno mi sarei dovuto comprare le copie invendute.

Tra i miei amici, vive ancora il ricordo delle gran prese per il culo perché dopo un po' che parlavo con una ragazza infilavo nel discorso la frase Sai, io ho scritto un libro. Poi ci fu anche il giorno in cui incontrai una mia fan, e lì fu la mia rivincita, ma questa è un'altra storia.

Lo scrivere mi piacque al punto tale da diventare quasi un chiodo fisso. Scrivevo tanto, tantissimo, ovunque e di tutto. Racconti lunghi, racconti brevi, poesie, prosa, sonetti, haiku. Scrivevo e cancellavo, scrivevo e conservavo, scrivevo e facevo leggere agli amici fogli stampati su carta riciclata con opzione risparmio.
E a tutti piaceva quello che scrivevo, dicevano che le mie parole davano emozioni, ma non nel senso defilippiano del termine, quanto più quello adolescenziale da sfigati di provincia.
Giravano anche delle copie del romanzo in formato elettronico via posta elettronica dove si narra di gruppi di lettura dal nord a sud, isole comprese.
Nel 2003 rilasciai sul web il libro PDFeffato e a quel punto decisi di dedicarmi ad altro.

Internet era già nell'era dell'ADSL e aprìì un blog, dove parlando di me, cominciai a pubblicare dei raccontini scritti così, tanto per fare.
Ne pubblicai una 40ina, con la cadenza di 2/3 a settimana, e intanto parlavo di me.
E anche lì avevo persone che seguivano, commentavano ed apprezzavano.
Poi decisi di chiudere quel blog e aprirne uno specifico per i miei racconti e basta. E lì il primo periodo mi sono scatenato. Racconti su racconti, scritti su scritti, riflessioni in prosa e quant'altro mi passasse per la mente filtrato dai polpastrelli. Il pubblico era in delirio...
Pubblicai la prima raccolta di racconti nello stesso identico precendete: PDF scaricabile da internet.
Ho provato anche per un periodo a curare una specie di blog/libro in cui ogni post era un capitolo, ma poi mi ero perso in una trama non propriamente definita ed un po' piatta.
Ho continuato quindi a scrivere racconti, e piano piano i miei post si sono fatti sempre più radi, e avolte non li pubblicavo nemmeno perché non piacevano neanche a me che li avevo scritti, fino a scrivere/pubblicare una volta ogni tanto e poi sempre più raramente. Per un periodo non ho proprio avuto un pc per scrivere, e su carta, si sa, son sempre stato molto pigro. In ufficio non avevo la giusta concentrazione, e smisi di scrivere sistematicamente riducendo drasticamente la quantità di byte ricilati sul web.
Fino a notare che ormai l'ispirazione è quasi andata perduta del tutto.
Però scrivere è un lusso che non voglio perdere. Ecco perché, a 10 anni di distanza dal mio sentirmi scrittore, ho aperto un blog dove raccolgo le parole di quando NON so cosa scrivere.

1 commento:

Tora ha detto...

Minchia... 10 anni sono passati... e la mia copia di jaco stampata, la numero due (la prima è la tua ed entrambe le ha rilegate mio padre) è ancora nella mia stanza a casa con la tua dedica...

dico solo una cosa...

"io non sono daccordo"